Le reti idriche, progettate per la protezione di edifici ad uso civile, commerciale ed industriale, sono tra gli impianti antincendio ad acqua più diffusi, grazie alla possibilità di impiegarli in interno e in esterno e alla loro teorica semplicità di realizzazione.
Inoltre, la presenza costante di pressione, li rende uno strumento sempre disponibile per l’utilizzatore.

A fronte della loro diffusione, però, si riscontrano spesso negli anelli idrici errori e difformità di realizzazione e montaggio, dovuti a sedicenti esperti che nell’esecuzione non seguono le norme di riferimento e si basano su criteri poco ortodossi: l’impianto risulta non conforme e, potenzialmente, inefficace in caso di emergenza.
Affidando a noi il vostro impianto, avrete la garanzia di tecnici specializzati, sempre aggiornati e formati sul settore dell’impiantistica antincendio.

Le reti idriche antincendio prevedono due tipi di componenti principali, naspi e idranti, corredati dalle relative cassette con lancia, manichetta, rubinetto e attacco motopompa. Tutti devono essere marchiati CE.

Gli idranti si distinguono nelle seguenti tipologie:

  • idranti a muro, con tubazione di diametro 45mm o – più rari – 70mm (UNI 45 e UNI 70). Possono essere da parete o a incasso e sono installati all’interno di una cassetta con tubazione appiattibile (EN 14540), raccordi (UNI 804), lancia per intercettazione e frazionamento del getto e rubinetto di alimentazione. Le manichette sono lunghe al massimo 20m, salvo diverse indicazioni progettuali. La tubazione viene appoggiata su un supporto, detto “sella salvamanichetta”. Sono certamente gli idranti più diffusi.
  • idranti soprasuolo (colonna idrante), a cui si affianca una cassetta a corredo che contiene, oltre a quanto sopra indicato, la chiave di manovra necessaria ad aprire il rubinetto a seracinesca per l’approvvigionamento dell’acqua.
  • idranti sottosuolo, posti sottoterra, in cui alla dotazione sopra indicata si aggiunge il cosiddetto “collo di cigno” o colonnetta idrante, utile a prolungare l’idrante in modo da renderlo più maneggevole.
    Esistono poi le cassette con tubazioni semirigide, da 20 o 25 mm, denominate “cassette naspo” (UNI EN 671/1), dotate di avvolgitubo orientabile con tubazione già collegata a lancia e rubinetto. I naspi sono più semplici da utilizzare e consentono di srotolare la tubazione solo per il tratto necessario, ma hanno portata idrica inferiore.
    Di solito non si utilizzano cassette a incasso perché l’ingombro della cassetta è notevole.

Sia idranti che naspi sono dotati di lancia a tre effetti, con variazione del getto d’acqua e possibilità di interrompere l’erogazione quando necessario. Il comando è a leva o a rotazione. La portata e la gittata, di solito maggiori per le versioni a rotazioni, possono variare a seconda del modello.

Idranti e naspi sono soggetti a manutenzione periodica!

La UNI 10779:2014 “Impianti di estinzione incendi – Reti di idranti – Progettazione, installazione ed esercizio” specifica i requisiti costruttivi e prestazionali minimi da soddisfare nella progettazione, installazione ed esercizio delle reti di idranti destinate all’alimentazione di apparecchi di erogazione antincendio. Tali requisiti, in assenza di specifiche disposizioni legislative, sono fissati in relazione alle caratteristiche dell’attività da proteggere.
La norma si applica agli impianti da installare o da modificare, a seguito della valutazione del rischio di incendio, nelle attività sia civili sia industriali.
La UNI 10779:2014 stabilisce le caratteristiche che una rete di idranti deve avere e le modalità con le quali deve essere realizzata e gestita.